Il progetto di Museo Diocesano di Pennabilli "A. Bergamaschi" intende offrire allo sguardo del visitatore gli oggetti d'arte come il tempo e gli uomini li hanno tramandati.
Il Museo è sentito come corpo vivo pertanto l'esposizione è pensata flessibile; gli oggetti che oggi sono mostrati possono essere sottoposti a restauro; ritornare nelle chiese come oggetti di culto o nel museo a far parte di un nuovo montaggio e raccontare un'altra storia.
Gli oggetti possono restare nel museo portando con sé le tracce del tempo e l'usura perché raccontano l'identità storica ed ecclesiale del territorio della diocesi e questo è elemento prioritario per la comunicazione di questa tipologia di museo. (...)
Lo sguardo e la conoscenza è imperfetta, scrive San Paolo; se il museo è corpo vivo deve narrare di questa imperfezione che è la condizione umana, accettata da un dio, deve narrare del mistero della incarnazione.
Citato da Algirdas Julien Greimas, Dell'imperfezione (1987),un passo da Fusées di Baudelaire: " Ciò che non è leggermente difforme ha l'aria insensibile; di qui viene che l'irregolarità, ossia l'inatteso, la sorpresa, la meraviglia sono una parte essenziale e la caratteristica della bellezza".
Silvia Cuppini
Docente di Storia dell'Arte Contemporanea
Università di Urbino
Progetto di allestimento a cura di Silvia Cuppini e Roberto Bua